Rispettare gli animali: una questione di gusto (e di civiltà!)

Se guardiamo negli occhi un animale, ci accorgiamo che è come guardare negli occhi una persona. L’animale, che sia un cane, un gatto, un uccellino, etc, è un essere vivente, esattamente come l’essere umano.

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La differenza, si dice, sta nella razionalità, perché l’uomo è razionale – secondo Aristotele e molti altri – mentre l’animale… teoricamente non lo è. In realtà, sono tanti gli episodi in cui possiamo constatare che l’uomo spesso è tutt’altro che un essere razionale, e che, contravvenendo alla celebre definizione aristotelica, si comporta come una "bestia"; così come sono altrettanti i casi in cui gli animali dimostrano di essere "umani" molto più di chi si fregia di questo "titolo" solo per una mera questione di nascita.

Approssimandosi l’estate, come ogni anno si ripropone l’annoso problema degli abbandoni degli animali domestici. Abbiamo deciso di parlare di questo argomento, pur occupandoci prevalentemente di gossip e "bazzecole" del genere, perché, al di là del pettegolezzo – che amiamo e a cui mai rinunceremmo – siamo appassionati anche di altre tematiche, tra cui l’ambiente e il rispetto verso la natura e tutto ciò che la compone.

Inoltre, riteniamo che chi possiede l’ironia e il buon senso di giudicare il gossip per quello che è – ossia come intrattenimento allo stato puro, privo di un secondo fine che non sia il divertimento, magari positivo – possa essere anche abbastanza sensibile da comprendere l’importanza di altri argomenti ed affrontarli in maniera seria e coraggiosa. Con un pizzico di immodestia parliamo di noi, ma anche e soprattutto dei nostri lettori.

In particolare, siamo convinti che la sensibilità nei confronti degli animali – di tutti, non solo di quelli domestici – sia una questione di "gusto". Chi ama gli animali, o se non altro li rispetta, dimostra di essere una persona veramente in gamba e alla moda, oltre che intelligente e umana. Viceversa, chi non capisce che un animale è degno di essere trattato bene e con "umanità", è una persona priva di raffinatezza, sia etica che intellettuale, nonché volgare, rozza, incompleta.

Sappiamo che amare gli animali, così come amare le persone, non è cosa da tutti. Per questo, non pretendiamo che gli uomini si sforzino di dimostrare ciò che non provano, ma solamente che cerchino di rispettare gli altri esseri viventi, promuovendo atteggiamenti costruttivi e deprecando quelli negativi. Che senso ha prendere a casa un cane, o un gatto, o anche un pesce rosso, tenerlo con sé per un anno e poi abbandonarlo perché dobbiamo andare in vacanza per una settimana? Un anno di fedeltà, amicizia, affetto, dolcezza – ma anche, ne siamo ben consci, di dispetti, abbagli inopportuni, disturbi vari – vale davvero una settimana al mare o in montagna? Gli animali, a volte, possono essere fastidiosi, così come del resto lo sono gli uomini, né più né meno, ma non per questo ce ne dobbiamo sbarazzare in quattro e quattr’otto…

Perciò, vediamo di organizzarci: se non possiamo portare via l’amico peloso, ci sono rifugi, canili, pensioni, ma anche persone disposte a tenere il nostro animale e poi restituircelo appena rientriamo a casa. Per non contare che, per fortuna, in Italia esistono strutture ricettive – non moltissime, ma sono sempre di più – che sono ben felici di accogliere noi e il nostro amico peloso, quest’ultimo spesso anche gratuitamente.

Ma non vogliamo fermarci qui. Il rispetto per gli animali si vede anche da altre cose. Abbandonare un animale è un reato molto serio, non dimentichiamolo, ma ci sono anche altri atteggiamenti, meno gravi, che comunque dimostrano la nostra inumanità nel trattare gli altri esseri viventi e possono essere condannabili.

Se fa caldo, non lasciamo l’animale in auto, anche con il finestrino semi-aperto, perché lui soffre, così come soffriremmo tutti noi – avete mai provato a restare chiusi in macchina al caldo, anche in primavera, per più di cinque minuti? E’ un’esperienza a dir poco traumatica… Andando in giro sotto il solleone, portiamo con noi dell’acqua fresca, in borsa, con un bicchiere, per assicurarci che il nostro amico peloso non muoia disidratato. Con la stessa logica di poche righe sopra, avete mai avuto una sete tremenda ma vi trovate in un luogo dove non si può bere? Non è un’esperienza piacevole, ve lo assicuriamo!

Se poi c’è il problema di mangiare al ristorante, scegliamo luoghi che abbiano tavoli all’aperto, oppure, semplicemente, chiediamo al cameriere se possiamo trovare una soluzione: resteremmo stupiti dalla disponibilità di alcuni locali, dove gli animali, anche quelli di grande stazza, vengono accolti molto gentilmente! Infine, se un ristorante non vuole proprio saperne del nostro animaletto, avrà perso un cliente…

In questa sede non possiamo soffermarci sulla barbarie che l’uomo dimostra in vari "settori" che riguardano gli animali (allevamenti, circhi, canili-lager, etc.), ma vorremmo solo far riflettere sul fatto che, forse, la più profonda differenza tra noi e gli animali risiede proprio nell’umanità con cui decidiamo di trattare gli altri. Gli animali sono esseri che hanno istinti fortissimi e ancestrali che li guidano e che riguardano la loro sopravvivenza. L’uomo ha meno istinti, ma dalla sua parte ha la razionalità e il libero arbitrio. Noi possiamo decidere come comportarci, e dalla nostra scelta dipende il nostro grado di umanità.

Se è vero che siamo superiori agli altri esseri viventi perché siamo dotati di intelletto, allora possiamo e dobbiamo scegliere di rispettarli, così come scegliamo – o dovremmo scegliere – di rispettare i nostri simili. È una questione di civiltà, e anche di rispetto per noi stessi e la nostra esistenza su questo piccolo pianeta. (http://www.trendystyle.it)

di Carmen de Andrade Inviato su Personale

Gatti Alati a Chongqing?

Nella smodata ricerca di notizie assurde e stravaganti che impegna media di tutto il mondo, la Cina si mostra come una fonte inesauribile, bizzarrie umane ma non solo, anche animali.

Questa notizia è apparsa in diversi siti cinesi e internazionali, un gatto "alato" di un anno circa a Chongqing.

Richiami angelici a parte, alcuni veterinari hanno studiato il caso senza trovare però spiegazioni certe.

I "may be" più credibili sono alla fine due: una mutazione genetica, o gli effetti di qualche avvelenamento ambientale di cui la madre del piccolo felino sarebbe stata vittima.

Il caso però non è nuovissimo, perché quasi un anno fa era stato avvistato un altro micetto alato, sempre nella stessa città.

Il gatto non è in pericolo di vita, anzi sta bene e non sembra danneggiato dalle dure estremità sulla schiena.

Mutazione o no, il gatto non vola nè si prevede lo farà in futuro, sperando sempre che al bambino della foto non venga in mente di farlo provare! (vivishanghai.com)

La morale degli animali: lezione di altruismo

lupo Quando un lupo dominante ha a che fare con un esemplare di rango inferiore difficilmente si avventa su di lui facendogli del male. Può minacciarlo, attaccarlo, immobilizzarlo, ma senza ferirlo seriamente.

Questo è uno dei tanti esempi che proverebbe la tesi secondo cui anche gli animali hanno una moralità, la capacità cioè di distinguere il bene dal male e dunque una sorta di “coscienza”. Ne è convinto l’americano Marc Bekoff, professore di ecologia e biologia evoluzionista all’Università del Colorado. Bekoff ha analizzato numerosi comportamenti animali – soprattutto dei mammiferi – e ha concluso che in alcune specie il senso di responsabilità, altruismo, affettuosità verso i propri simili – o addirittura verso esemplari appartenenti a differenti popolazioni faunistiche – è così spiccato da non aver nulla da invidiare a quello dell’uomo.

Ma a cosa servirebbe la moralità negli animali? Secondo Bekoff la moralità animale è uno stratagemma evolutivo di assoluta importanza. Il senso “civile” degli animali consentirebbe loro, infatti, di vivere in armonia, di calibrare adeguatamente i comportamenti aggressivi e quelli altruistici, in pratica di saper dirigere correttamente le emozioni. Tutto ciò per un solo scopo fondamentale: far sì che la propria specie prosegua felicemente nel suo cammino evolutivo.

Ma campioni di moralismo non sono solo i lupi. Il fenomeno – spiega il ricercatore americano – è riscontrabile in molti altri mammiferi. Per esempio negli elefanti. La morale dei grandi pachidermi africani trova conferma in una capacità empatica sorprendente. Si sono visti, per esempio, proboscidati assistere propri simili moribondi fino al loro ultimo respiro o pachidermi liberare una gazzella imprigionata in un recinto.

L’empatia è tipica anche dei topi. Roditori allevati in laboratorio (metà dei quali sottoposti a scariche elettriche) hanno mostrato di rifiutare il cibo se questo procura dolore ad altri esemplari.

In Cina ci sono scimmie che aiutano le madri ad accudire i piccoli; in Usa altri primati trattano con particolare amorevolezza esemplari con gravi problemi comportamentali. La generosità è invece una caratteristica dei pipistrelli. Se vedono un proprio simile che non mangia da tre giorni gli vanno incontro, rigurgitando nella sua bocca il sangue raccolto durante la propria attività di caccia. Poi ci sono i delfini, le cui caratteristiche emozionali e “intellettuali” sono risapute.

Spesso si sente parlare di delfini che traggono in salvo esseri umani attaccati dagli squali. Per i delfini noi siamo una specie assolutamente diversa, eppure c’è un qualcosa che li spinge a venire in nostro aiuto: questa è una prerogativa umana e si chiama, appunto, moralità. Secondo Bekoff c’è anche una spiegazione fisiologica a tutto ciò: la struttura base cerebrale dei mammiferi è uguale per tutte le specie e quindi anche certe facoltà mentali dovrebbero essere facilmente assimilabili fra i tanti rappresentanti dell’ultimo gradino evolutivo.

Dello stesso parere di Bekoff sono i tecnici del CIWF (The campaigners are from Compassion in World Farming) i quali ritengono che “numerosi esempi spiegano il senso di moralità negli animali, specialmente quelli che vivono in società complesse”.

Non tutti gli scienziati però sono d’accordo con le ipotesi del ricercatore del Colorado. Secondo gli esperti della Emory University, per esempio, la tesi di Bekoff è affascinante, tuttavia il concetto di moralità animale non può essere associato a quello umano: “Difficile credere che la moralità animale possa essere messa sullo stesso piano di quella umana” dicono. “Nel nostro caso dobbiamo tenere presente il cammino evolutivo peculiare dei primati, che ha portato allo sviluppo di codici comportamentali assolutamente unici e originali.” (Gianluca Grossi – in Libero-news.it)

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Riguardo a queste ultime affermazioni… “Difficile credere che la moralità animale possa essere messa sullo stesso piano di quella umana” e…  l’essere umano ha seguito un “cammino evolutivo peculiare dei primati, che ha portato allo sviluppo di codici comportamentali assolutamente unici e originali”… avrei due cosette da aggiungere: Infatti, non è possibile mettere sullo stesso piano la moralità animale istintiva e la moralità umana “acquisita”: la nostra “moralità” lascia moltissimo a desiderare, a conti fatti. Poi: non ho nessun dubbio sul fatto che lo sviluppo della razza umana abbia portato a comportamenti unici e originali. In effetti, non esistono nella natura altri spezie che si comportino in modo così immorale quanto l’essere umano.  

di Carmen de Andrade Inviato su Personale