L’OIPA, in collaborazione con i delegati esteri, le Leghe Membro OIPA Internazionale e le Associazioni Protezioniste cinesi, ha realizzato un’accurata documentazione sulla produzione di pellicce in Cina, Paese in cui i controlli sono pressoché inesistenti.
Ogni anno più di 2 milioni di gatti e cani sono uccisi principalmente in Cina (ma anche in Tailandia e nelle Filippine) solamente per la loro pelliccia e le loro pelli. Animali randagi o sottratti ai legittimi proprietari, allevati in miserevoli condizioni, uccisi con coltellate o con impiccagione, vengono scuoiati vivi, spogliati delle loro pelli e pellicce mentre sono ancora coscienti, col cuore che continua a battere per 5-10 minuti dopo la scuoiatura, tutto ciò è ampiamente documentato dalle indagini contenute nel "Rapporto sull’industria cinese della pelliccia" di Care for the Wild.
Occorrono circa 10-12 cani per confezionare una pelliccia, molti di più se vengono utilizzati i cuccioli; 24 sono i gatti utilizzati per una pelliccia. Vengono tenuti in condizioni disumane fino al momento dell’uccisione praticata con tali disumani metodi. Queste tristi creature diventano poi lunghi cappotti, ornamenti in pelliccia sui maglioni o fodere per stivaletti da sci e guanti, statuette realistiche di gatti che dormono, ed anche giocattoli.
É grazie ad etichette con nomi di animali immaginari come "Gae-wolf, Sobaki, Asian Jackal, Asian wolf, Corsac fox" o senza nome del tutto o tinti con colori luminosi per apparire finta pelliccia o colorati per apparire pelliccia più accettabile, pastori tedeschi, golden retrievers e razze miste muoiono giornalmente per un affare che è una frode per i consumatori.
Più di 2 anni fa, gli investigatori della Human Society of the United States/Human Society International, la più grande organizzazione per la protezione degli animali in America condussero un’indagine segreta in Asia per tracciare l’allevamento e la macellazione di queste indifese creature. Il video lasciò senza parole i reporters che lo videro. In un caso, un pastore tedesco legato con un laccio metallico a Harbin in Cina, scuoteva la coda, senza rinunciare alla speranza nel suo futuro finché fu pugnalato a morte. Prima che fosse morto, il macellaio iniziava a scuoiarlo. In un’altra ripresa, gatti dentro una gabbia guardavano atterriti un gatto impiccato all’interno della gabbia, davanti ad altri animali.
In altre orrende scene, gli investigatori hanno documentato magazzini grandi quanto un campo da calcio, che contenevano all’incirca dalle 50.000 alle 100.000 pelli di gatto. Come risultato di questa coraggiosa indagine, il Congresso degli Stati Uniti proibì l’importazione e l’esportazione di pelli e pellicce di cane e gatto. Questa perdita di un mercato maggiore, ha spinto i mercanti asiatici a indirizzare le loro energie sulla scena europea (la Russia è il solo altro mercato).
Questi articoli sono ovunque. Nelle Ramblas in Spagna gli investigatori hanno acquistato pelliccia che sottoposta a test forensi è risultata pelliccia di gatto. Nei mercati nei Paesi Bassi, "Bont voor Dieren" (un gruppo olandese a protezione degli animali) comprò un maglione con un ornamento in pelliccia, col test del DNA si scoprì che era cane. In Austria, la pelliccia di gatto è venduta nei negozi omeopatici con presunte caratteristiche di avere un campo elettromagnetico che aiuta contro l’artrite.
A Copenhagen, Danimarca, la pelliccia di cane era venduta in negozi di arti. In Francia, la polizia di Nanterre fece irruzione in un magazzino dove trovò pelli di gatto seppellite sotto un mucchio di pelli assortite di altri animali. In un altro caso in Francia, il servizio veterinario scoprì 1.500 pelli di gatto provenienti dalla Cina possedute da un commerciante intenzionato ad esportarle per la fabbricazione di giocattoli. In Germania, gli investigatori della Human Society comprarono cappotti realizzati interamente con pelliccia di cane. I commercianti cinesi si sono vantati con gli investigatori che loro usano le pelli di cane anche in calzature e borsette per l’Europa.
Giochi masticabili in pelle sono il passatempo preferito dei cani. Gli investigatori della Human Society scoprirono che bastoncini masticabili provenienti dalla Tailandia possono contenere pezzetti di pelle da una varietà di animali, inclusi i cani.
Mentre l’Italia aveva da tempo proibito queste vendite, l’UE a causa delle falle ai confini e la facilità con cui questi articoli si facevano strada da paese a paese ha adottato solo il 31 dicembre 2008 il bando completo nell’UE di questo ignobile commercio.
L’iniziativa di Bruxelles faceva seguito alla protesta indignata delle associazioni protezioniste e dei consumatori europei che avevano chiesto ripetutamente – attraverso petizioni ed e-mail inviate alla Commissione e al Parlamento Europeo per un totale di oltre un milione di firme – l’adozione di provvedimenti per contrastare il fenomeno.
Poiché le pellicce di cane e di gatto sono inoltre più economiche di altri tipi e possono sostituire tipi più costosi di pelliccia, esiste un incentivo per pratiche sleali o fraudolente in relazione ai prodotti di pellicceria, compreso il ricorso a un’etichettatura fraudolenta o ingannevole e ad altre pratiche intese a nascondere la vera natura o origine del prodotto. Recentemente anche Stati Uniti e Australia hanno provveduto a bandire queste pellicce.
Pellicce di coniglio
In un allevamento di pellicce a Guanhu Town in Cina il giornalista Simon Parry ha intervistato il sig. Tan, Rabbit King, il Re dei Conigli di Jiangsu. Ogni anno questi prevede di uccidere intorno ai 2 milioni di conigli per soddisfare la domanda dell’industria della moda specie in Inghilterra e in Russia. Tre quarti dei vestiti con decorazioni in pelliccia venduti in UE utilizzano pelliccia proveniente dalla Cina. Un indumento confezionato Italiano può portare un’etichetta che dice solo "Made in Italy", anche se la pelliccia proviene da 5.000 kilometri lontano, da allevamenti cinesi non regolati.
I conigli dell’allevamento del signor Tan si moltiplicano a centinaia di migliaia, per vivere vite brevi e tristi prima della macellazione e per rifornire i mercati occidentali della pelliccia ed i mercati cinesi e giapponesi della carne. I conigli sono mantenuti in gabbie comprimenti e senza luce, nemmeno senza spazio per girarsi su se stessi. A un’età compresa tra 3 e 6 mesi, sono appesi per le zampe ad un gancio, sui ganci di un nastro che li trasporta dalle operaie che li afferrano per gli orecchi e tagliano le loro teste con grosse forbici. I conigli scalciano e si contorcono per alcuni secondi dopo la decapitazione e vengono subito scuoiati per separare le pelli dalle carni.
Il sig. Tan rinunciò al suo lavoro in una fabbrica gestita dallo Stato, ed approfittò delle terre a poco prezzo che il governo comunista della Cina distribuiva per rilanciare l’industria rurale della pelliccia.
Il Re del coniglio ora è ricco oltre misura in una città di 50.000 abitanti dove molta gente ancora guida la bicicletta e dove un coltivatore guadagna 250 sterline l’anno. Il 60% dei conigli uccisi nella sua azienda sono allevati per soldi, da povere famiglie locali di allevatori. Per il resto ogni mattina, decine di camion colmi di gabbie riempite al massimo con cuccioli di coniglio arrivano alla sua azienda. Gli operai del signor Tan prelevano gli animali e li mettono sulla bilancia per poi consegnare qualche penny ai poveri allevatori.
Il partito comunista per evitare che delle rivolte rurali minino i suoi 56 anni di potere, benedice queste attività che gli permettono di conquistare il proficuo commercio internazionale della pelliccia, precedentemente dominato dal Nord Europa e dalla Russia. Come per la direzione dell’industria "globale" degli indumenti, la Cina sta cominciando a dominare il commercio della pelliccia, vendendo a minor prezzo dei competitors, grazie al lavoro a basso costo, alle generose sovvenzioni del governo e alla mancanza di regolamentazioni.
Il giornalista Simon Parry spacciandosi come commerciante di pelliccia ha potuto visitare gli allevamenti, le fabbriche ed i mercati assistendo a scene rivoltanti che nessun compratore di moda e nessuna azienda produttrice di pellicce vedrà mai.
L’allevamento di animali selvatici
Anche l’allevamento delle volpi, visoni, procioni e dei gatti selvatici sta consentendo a tanti allevatori cinesi di uscire dalla povertà. Negli allevamenti intorno a Linyi, tetra città industriale nella provincia di Shandong, gli allevatori si dedicano al lavoro nei campi ed all’allevamento di visoni, volpi e procioni per pelliccia. Gli animali vengono tenuti prigionieri in spazi molto piccoli. Le mamme-volpi vengono tenute in gabbie maleodoranti insieme ai cuccioli, nutriti 2 volte al giorno con ciotole di lercia brodaglia.
I procioni e le volpi argentate mostrano segni di profondo malessere, sbattendo ripetutamente le loro teste contro le sbarre delle gabbie in filo metallico, dove sono nati, e dovranno vivere fino all’età di circa 4 mesi, quando verranno uccise per la loro pelliccia. La pelliccia di molti degli animali di questo allevamento è acquistata dal nuovo complesso di Cuiwang Fur Company, nei dintorni di Linyi.
Fino a 1.000 pelli di animali sono lavorate lì ogni giorno prima di essere portate al mercato di Chongfu, a un giorno di guida, vicino a Shanghai. Qui c’è l’impianto di lavorazione dove le pelli animali sono trattate chimicamente. Le pellicce quindi vanno al mercato dove i commercianti le comprano all’ingrosso e poi finiscono in Europa e in Giappone.
Chongfu è il mercato della pelliccia più grande in Cina, con un giro d’affari valutato intorno ai 130 milioni di sterline l’anno e tendente a crescere. Nelle vie della città si possono vedere migliaia di pelli di procione, volpe e coniglio stese al sole ad asciugare. Tutti attendono la parte più fredda dell’inverno per uccidere le volpi, quando la loro pelliccia è più spessa. Per non danneggiare la pelliccia alcuni allevatori uccidono gli animali con l’elettrocuzione ma molti altri colpiscono le volpe fino alla morte utilizzando un bastone di bambù.
I prezzi qui sono irrisori comparati a quelli delle etichette nelle boutiques di moda occidentali. Per 500 yuan (34£) puoi comprare una pelliccia intera di volpe argentata. La pelliccia di un gatto di montagna maculato si vende per 260 yuan (17£) mentre una pelle di coniglio si vende per 18 yuan (1.20 £).
L’esplosione del mercato cinese della pelliccia ha causato così tanta preoccupazione fra i sostenitori dei diritti degli animali che PETA, People fot the Ethical Treatment of Animals, ha installato un ufficio a Hong Kong per controllare il commercio. Jason Baker, direttore PETA per Asia-Pacifico ha centrato il problema della mancanza in Cina di una politica a protezione degli animali. Gli animali non hanno protezione. A tutti è manifesta la crudeltà negli allevamenti di animali da pelliccia attraverso tutta la Cina. Non c’è regolamentazione né controllo.
Il sig. Baker ha detto che la Cina ora è l’esportatore principale di pelliccia al mondo ma gli animali sono mantenuti in spaventose condizioni. Basta ricordare le immagini dei mercati di animali che sono venute fuori durante lo scoppio di SARS nel 2003 per vedere come gli animali sono tuttora trattati in Cina. Per Baker non ci sono buoni allevamenti di animali da pelliccia, da nessuna parte nel mondo, ma in Cina sono eccezionalmente riprovevoli e stanno diventando peggiori. C’è una mancanza totale di regolamentazioni e una mancanza di volontà da parte del governo di migliorare la situazione. (di GIULIO SAVINA )
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